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Sinistra Arcobaleno (SA).

Formazione politica italiana. Nata dalla coesione tra Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi e Sinistra Democratica ebbe l'ambizione di originare un nuovo soggetto politico, come stabilito ufficialmente all'Assemblea nazionale della sinistra e degli ecologisti svoltasi l'8 e il 9 dicembre 2007 alla fiera di Roma. Già nel 2000, la direzione del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) aveva proposto una federazione che riunisse le forze post-comuniste, alla sinistra. Tale proposta fu però inizialmente accolta freddamente tanto da Rifondazione, che riteneva tale eventualità meno importante rispetto alla comunione con i movimenti (i girotondini), che dai DS, più interessati a intessere alleanze al centro. Il processo accolse successivamente l'interesse di Rifondazione Comunista che avviò la costruzione della Sinistra europea, una formazione che si propose di riunire le forze di Sinistra europee e, in Italia, movimenti e persone pronti a scendere in politica "a sinistra". Pur rimanendo formalmente contraria alla federazione, Rifondazione si avviò pertanto anch'essa lungo la strada che porterà all'unità federativa. Alle elezioni politiche del 2006 è però ancora il PdCI a puntare sull'unificazione a sinistra, presentando per il Senato, liste in comune con i Verdi che nel frattempo, sotto la guida di Alfonso Pecoraro Scanio, erano divenuti parte integrante di quella che vari opinionisti denominarono sinistra radicale. Il processo subì un'ulteriore accelerazione in seguito al IV Congresso dei DS che decretò la nascita del Partito Democratico e la fuoriuscita della componente legata a Fabio Mussi che creò il movimento di Sinistra Democratica. Il processo di unificazione della sinistra prese formalmente il via il 31 maggio 2007, con una riunione tra i vertici dei quattro partiti interessati. A tale riunione fece seguito il 7 giugno 2007 a Roma, la prima assemblea pubblica dei parlamentari di PRC, PdCI, Verdi e SD. Quasi 150 parlamentari si riunirono per delineare una posizione politica comune per avere più voce all'interno della coalizione. Il 22 giugno i ministri di Prc, PdCI, Verdi e SD scrissero una lettera al presidente Prodi: per la prima volta i 4 ministri della sinistra si coordinano su una linea di politica economica unica. I quattro leader della sinistra Mussi, Giordano, Pecoraro Scanio e Diliberto, decisero a dicembre di proporre ai rispettivi gruppi parlamentari di federarsi, per poter fare un lavoro comune e poter parlare con una voce unica. In seguito alla caduta del Governo Prodi, il 24 gennaio 2008, e dello scioglimento delle Camere dopo il fallito tentativo di formare un Governo Marini, i leader, i capigruppo e i ministri dei quattro partiti della SA maturarono, dopo un vertice avvenuto il 5 febbraio 2008, la scelta irreversibile di presentarsi con una lista unitaria alla tornata elettorale imminente e di proporre come leader della federazione e candidato premier l'ex segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti. Nello stesso periodo Franco Giordano lanciò un appello al Partito Democratico perché venisse stipulato un "accordo alla luce del sole" al fine di evitare l'eccessiva egemonia del centro- destra; la proposta venne però respinta dal segretario del PD Walter Veltroni. Alle elezioni politiche del 14 aprile 2008, la SA, al di sotto di ogni previsione, si attestò attorno al 3% sia alla Camera che al Senato non superando le soglie di sbarramento e non eleggendo dunque alcun deputato o senatore. Fausto Bertinotti annunciò le proprie dimissioni da leader politico della SA e da dirigente di Rifondazione Comunista. A seguito del fallimento elettorale, il PdCI annunciò l'abbandono del progetto elettorale della SA e propose una costituente dei partiti comunisti italiani. Anche all'interno dei Verdi e del PRC vi fu una spaccatura tra chi propose il rilancio del soggetto unitario e chi il suo abbandono; solo SD rimase del tutto favorevole al proseguimento del progetto unitario.